Parigi e il voto sui monopattini

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Nella giornata di ieri a Parigi si è svolto un referendum consultivo in cui si chiedeva ai cittadini della capitale se fossero o meno favorevoli alla presenza dei monopattini elettrici a noleggio.

Stamattina scorrevo le rassegne stampa e non sono rimasto stupito dalla vittoria dei contrari: sono rimasto stupito dai titoli, tutti a gridare al “plebiscito”.

Non che stessi seguendo la vicenda con particolare interesse ma quel “plebiscito” mi ha sorpreso.

Guardando il telegiornale domenica sera, ho visto la corrispondenza da Parigi che indicava una affluenza alle urne del 3% alle ore 12, seggi chiudevano alle 19.

A meno che almeno un 80% dei parigini avesse deciso di recarsi a votare nel pomeriggio, ma questi il plebiscito ‘ndò l’hanno visto?

Perché lo sapete, per me le parole sono importanti, vanno usate bene.

Plebiscito trae origine dal latino e dall’uso Romano di far votare alla plebe le proposte dei tribuni.

In epoca moderna lo si usa in senso figurato per indicare una quasi unanime approvazione. Quante volte dinanzi a votazioni che hanno sfiorato il 100% dei consensi abbiamo sentito parlare di plebiscito? 

E infatti, do ragione ai titolisti, la percentuale dei contrari è stata dell’89%: messa così l’uso della locuzione potrebbe apparire corretta.

Però mi ronzava quel dato sull’affluenza definitiva, quindi sono andato a verificare: meno dell’8% degli aventi diritto.

E ho fatto due conti.

Parigi città metropolitana conta oltre 12 milioni di abitanti.

Parigi comune ne conta 2,2 milioni.

Gli aventi diritto al voto in questa consultazione erano circa 1,3 milioni.

Ad aver votato sono stati poco più di 100.000 parigini.

Quindi a conti fatti appena 90.000 cittadini, residenti nel solo comune di Parigi e non nell’intera città metropolitana (e si suppone i pendolari siano tra i fruitori dei servizi a noleggio) si sono detti contrari.

Mi sembrano pochini per gridare al plebiscito.

E mi sembra sia cosa diversa dallo scrivere, come ho letto: “Circa il 90% dei parigini ha votato contro i monopattini a noleggio nel referendum indetto dal Comune“.

Tutte le maggiori testate hanno corrispondenti nella capitale francese e posso pure capire che l’argomento non era poi così importante da fargli tardare la cena per mandare il pezzo in redazione, meglio affidarsi alle agenzie.

E infatti, seguendo a ritroso la notizia, ho trovato l’agenzia di stampa che ha creato l’articolo, titolando appunto plebiscito.

Notizia poi pubblicata senza ulteriori verifiche, come giustamente avviene con le agenzie, altrimenti che ti abboni a fare?

Però anche le migliori agenzia sbagliano, due domande uno poteva farsele.

Comunque, giusto per inquadrare la cosa.

Questo referendum consultivo e quindi non vincolante per l’amministrazione parigina, era nato sull’onda dei molti incidenti, anche gravi, che avevano avuto per protagonisti indisciplinati fruitori di monopattini elettrici a noleggio.

Spesso usati, anche da noi in Italia, senza rispettare le regole della circolazione, correndo tra i pedoni nelle zone riservate, andando in coppia e via così secondo un malcostume che certifica la nostra parentela coi cugini d’oltralpe.

Da qui la decisione della sindaca Hidalgo di indire questo referendum.

La scelta mi aveva stupito, la Hidalgo è un’apripista nella mobilità sostenibile, di fatto è stata eletta proprio grazie a un programma elettorale che promuoveva città a misura d’uomo, ne ho parlato in questo articolo.

E non è nemmeno una che si lascia intimorire più di tanto, una tosta potremmo dire.

Cosa deciderà di fare adesso, se cioè ascoltare la minoranza che ha espresso il proprio parere o tener conto del fatto che oltre il 90% dei parigini non avverte il problema (e che avrebbero vinto i contrari non serve essere esperti di flussi elettorali, quando c’è forte astensione a beneficiarne sono sempre “quelli contro”) io non so dirlo.

Sarebbe stato interessante avere delle statistiche sull’uso di questi monopattini, se cioè i fruitori sono pendolari e/o cittadini che lo usano in alternativa all’auto o in maggioranza turisti, perché questo cambierebbe la prospettiva.

Certo, la cosa sembra toccarci marginalmente ma non è così.

Dallo scorso autunno è continua in Italia l’avversione a qualunque soluzione di mobilità alternativa all’auto.

Considerando che nemmeno i giornali che hanno pubblicato la notizia l’hanno verificata, che il primo aprile più la fandonia era grossa più la gente ci credeva, strombazzare al plebiscito è un assist notevole per politici mediocri e loro claque, in francese che nel contesto si intona.

Ultima nota: se leggete un titolo dal tono sensazionalista verificate sempre. 99 volte su 100 è sbagliato.

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">morescopiero</cite>

    Ciao
    Non condivido la tua trattazione almeno per due punti.
    Magari plebiscito è un termine improprio ma trattandosi di un argomento di nicchia sono andati ad esprimersi chi aveva degli interessi e se la quasi totalità non li vuole ci può stare anche il termine plebiscito.
    La seconda che chi usa il monopattino lo fa in alternativa all’auto, soprattutto in una città come Parigi sicuramente servita da mezzi pubblici e sicuramente con una certa difficoltà nell’uso dell’auto.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Piero, prendo dal dizionario Treccani, che sempre consulto in versione cartacea ma qui, per ragioni di impaginazione, sfrutto quella online: “In senso fig., consenso pressoché unanime, approvazione generale: la sua elezione è stata un p., un vero p.; ha avuto un p. di lodi, di consensi”.
      Quindi mi sembra che manchi quanto meno l’approvazione generale, visti i numeri in gioco. Se riguarda una capitale proprio di nicchia non è.

      Sul tuo secondo punto ho scritto […] Quindi a conti fatti appena 90.000 cittadini, residenti nel solo comune di Parigi e non nell’intera città metropolitana (e si suppone i pendolari siano tra i fruitori dei servizi a noleggio) si sono detti contrari […].
      Aggiungendo […] Sarebbe stato interessante avere delle statistiche sull’uso di questi monopattini, se cioè i fruitori sono pendolari e/o cittadini che lo usano in alternativa all’auto o in maggioranza turisti, perché questo cambierebbe la prospettiva […].
      Non mi sembra di aver detto che il monopattino è solo un giocattolo per ragazzini indisciplinati.

      E mi sembra invece non si possa dire “circa il 90% dei parigini si è espresso contro ecc ecc”, come hanno pubblicato i quotidiani.

      Fabio

  • <cite class="fn">Piero</cite>

    Votanti e risultati sono già una statistica.
    Se chi ha votato non li vuole significa anche che chi li ha usati non è interessato altrimenti sarebbe andato a votare per mantenerli.
    Ripeto il senso della parola plebiscito io lo attribuisco ai votanti.

  • <cite class="fn">Claudio</cite>

    Bene.. evviva… Anche i francesi incominciano a fare come gli Italiani: vietare a tutti invece che punire (magari anche pesantemente) chi viola le regole.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Claudio, sono d’accordo con te sul fatto che se il problema è la mala educazione, vanno colpiti i responsabili e non tutti.
      Però, a scanso equivoci, la “crociata” è solo per i servizi a noleggio, l’uso privato del proprio monopattino non era oggetto di referendum, seppure anche lì si prevede un giro di vite.

      Fabio

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